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Cycling photo giornalism training#1

Non me ne vogliano tutte le atlete che vedrete in queste foto, ma in fondo la corsa ciclistica è stato un pretesto per scattare. In questi giorni di Grande Bloucle i miei occhi sono stati invasi da scatti più o meno belli, intendo quelli fotografici, degli altri pochi mi hanno fatto sussultare sulla sedia. Cartoline le chiamano in gergo. Quelle foto che raccontano, che hanno la disciplina come sfondo. E il ciclismo in questo è imbattibile.
I corridori sono parti del paesaggio, attori non protagonisti senza i quali la storia non reggerebbe. 
E questo mi attira, forse perché, le lunghe ore passate ad aspettare l'arrivo di tappa sul divano mi hanno allenato un po' l'occhio a guardare oltre al gruppo. Si dice che anche il Giro d'Italia ha fatto, in parte, il nostro paese e che bisognerebbe insegnarlo a scuola (forse prima dovrebbero raddrizzare qualche altro pilastro scolastico) per insegnare la storia recente, l'evoluzione del paese, del paesaggio, la riscoperta di angoli poco conosciuti, attraverso i racconti di grandi scrittori e giornalisti.
E queste foto allora a che cavolo servono?
Bè intanto per migliorarmi, e in seconda battuta per segnare un punto nella storia, di certo non quella fotografica, ma quella che si può decifrare guardando un pò oltre i colori allegri delle maglie. 
Che dire, mi dilungherò nelle prossime puntate, ora sono giunto a destinazione.
Stazione di Monselice...
Cycling photo giornalism training#1
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